Sinceramente sono rimasto un po’ deluso dall’uscita dell’ultima versione di Ubuntu, la 9.04. Mi aspettavo di più: il tema è sempre quello, dopo anni di richieste di cambiamenti da parte degli utenti; la pesantezza del sistema mi pare stia inesorabilmente aumentando, versione dopo versione; la scelta di abbandonare il precedente gestore degli aggiornamenti in favore di un’applicazione in Python mi pare poco felice (obbliga ad avere in background l’interprete di questo linguaggio, e poi l’applicazione stessa notifica gli aggiornamenti ogni 7 giorni, con le impostazioni standard…); il nuovo sistema di notifica dei messaggi è carino, ma non c’incastra nulla col resto del tema grafico (così come la finestra di login grafico di GDM: bella ma fuori posto)…
Ho quindi deciso di tornare ad Arch Linux, la distribuzione che avevo provato per qualche mese un paio di anni fa, durante il mio periodo “sabbatico” dopo l’abbandono di OpenSUSE e prima di “adottare” Ubuntu.
Ebbene, a distanza di un paio d’anni non solo scopro che la distribuzione ha fatto buoni progressi, sia per quanto riguarda il riconoscimento hardware, sia per quanto riguarda la comunità, che è cresciuta enormemente (e conseguentemente il supporto), ma i principi che erano alla base della disto 2 anni fa sono rimasti gli stessi: tenere le cose semplici. Ecco quindi una distribuzione ancora leggera, veloce (è compilata esclusivamente per sistemi i686), che non installa cose inutili né non richieste, “rolling release” (una volta installata, l’aggiornamento periodico tiene la distribuzione sempre aggiornata all’ultima versione di tutti i pacchetti, kernel compreso), e personalizzabile al 100%. Sono passato dal desktop manager LXDE a Gnome in pochi minuti; ho sostituito Metacity con Openbox come gestore delle finestre con pochi click; ho messo il leggero window manager di XFCE, XFWM4, su Gnome, così da avere anche un compositer semplice ed usabile anche sul mio portatile, con pochi ma utili effetti grafici, semplicemente installando un paio di pacchetti e modificando un file.
E poi la disponibilità di software è completa: i repository sono ricchi di applicazioni già compilate ma, se qualcosa manca, basta crearsi un file PKGBUILD ed il sistema compila il software direttamente dai sorgenti; se poi tale file si spedisce sul repository della comunità (AUR), anche gli altri utenti di Arch Linux sparsi per il mondo potranno godere del frutto del lavoro. Così ho fatto, per esempio, per la versione SVN di Gambas 😉
Mi ha incuriosito questo tuo commento, ed ho voluto provare anche io, anche se non ho molta dimestichezza con gli ambienti linux. La cosa comunque non ha funzionato quando ho provato l’installazione sotto una VM virtualbox per linux. Non so bene il perchè ad un certo punto lo schermo è diventato nero e così è rimasto, ma ho l’impressione che possa essere dovuto al tentativo di installare arch a 64bit in una macchina virtuale gestita da ubuntu a 32bit.
La mia installazione di ubuntu a 32 con un phenom quad core mi è stata consigliata a motivo delle difficoltà iniziali con gambas e poi non ho più cambiato anche per una possibile carenza di pacchetti nei repository.
D’altronde le prove fatte con ubuntu a 64bit non evidenziavano migliori performances e pertanto avevo abbandonato l’idea di passare definitivamente al 64bit.
Ma ora si pone il problema di arch. Che mi consigli di fare?
Arch in VM non va, o per lo meno va fino ad un certo punto.
Nel senso che anch’io, prima di fare il passaggio, provai la distro su VirtualBox da Ubuntu 9.04, e l’installazione si piantò al momento del test dell’hardware (mi pare sulla configurazione dell’Xorg). Presi quindi il coraggio a 4 mani e provvedetti all’installazione vera.
L’installazione in sé non è molto complicata, però se si è abituati agli installer grafici alla Ubuntu, dove scegli 4 o 5 cose e poi ci pensa tutto il software, allora preparati a rimboccarti le maniche. Il lavoro “manuale” da fare è tanto e, in alcuni punti, anche un po’ complesso. Il bello, però, è che alla fine hai un sistema che hai configurato _tu_ fino all’ultima virgola, con tutti i pregi ed i difetti di quest’affermazione 😉
Ti consiglio di tenerti a fianco un altro PC (un portatile, ad esempio) su cui aprire questi documenti:
http://wiki.archlinux.org/index.php/Beginners_Guide_%28Italiano%29
http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_%28Italiano%29
Inoltre Arch è un’ottima scuola: impari veramente cos’è, come funziona e come si configura un sistema Linux. Certo, alle volte il rimpianto per i tool grafici c’è ma si supera velocemente. Per quanto riguarda la disponibilità di pacchetti, che era il mio cruccio, per ora non ho sentito mancanze particolari. Ciò che c’è è tanto ed abbondante, ciò che non c’è lo puoi creare tu in maniera (abbastanza) semplice.
Molto bene, risolto il dilemma!
Penso proprio che farò come hai detto provandolo sul “muletto” di casa.
Grazie.
Ho fatto un po di esperienza con arch, ma è piuttosto negativa. Praticamente tutto è andato bene fino all’installazione del desktop, ma a questo punto lo scarico dei pacchetti ha continuato a dare errori per ore intere.
Non ho pertanto avuto la soddisfazione di vedere un desktop decente, ma solo quella specie di ambiente grafico con tre finestre di terminale che mi ha riportato indietro nel tempo quando esistevano solo monitor b/n.
Peccato, la filosofia del S.O. mi piace molto, ma a quanto pare l’affidabilità dei server è piuttosto scarsa!
Rieccomi qui con una buona notizia. I problemi di installazione erano dovuti alla indisponibilità momentanea dei server e dei mirror, pertanto sono riuscito nell’intento qualche giorno dopo.
Ora sono su arch con kdemod e devo ammettere che la cosa mia piace un sacco, altro che ubuntu!
Le cose non sono automatiche come in ubuntu, ma si ha la sensazione di poter controllare qualsiasi cosa del S.O.
Un grazie di cuore per lo stimolo che mi hai dato.