Ieri guardavo una trasmissione in TV in cui si parlava di montagna. Mi ha colpito soprattutto l’intervento di uno scrittore appassionato di montagna, Erri De Luca.
Egli afferma che ama la montagna perché in montagna si può assaporare il mondo senza l’uomo, specie che lui ha definito generica ed inutile: non serviamo a nulla perché non siamo specializzati in nulla eppure, grazie al fatto che siamo capaci di fare tutto un po’ di tutto, ci siamo dispersi ovunque su questo pianeta. Ma, sempre secondo lui, siamo di passaggio: ci siamo da poco sulla faccia della Terra (relativamente alla storia del pianeta) e, secondo lui, ci saremo ancora per poco.
Condivido entrambi i pensieri: effettivamente la montagna dà sensazioni particolari. Chi ha provato a fare un’escursione in alta montagna, lontano dai percorsi più frequentati, avrà assaporato quel silenzio e quella solitudine che solo in quei posti si può respirare. Ma si comprende anche come la montagna possa fare a meno dell’uomo: in effetti, la sua maestosità fa trasparire l’assoluta mancanza della necessità della presenza di esseri viventi di qualunque tipo. La montagna “fa da sé”.