Oggi rovistavo fra le vecchie scartoffie che ho lasciato a casa dei miei quando mi sono sposato e mi è capitata fra le mani una pila di alcuni numeri di MC-microcomputer, una rivista dedicata all’hardware ed al software dei sistemi professionali (cito dal sottotitolo della rivista stessa) molto in voga negli anni ’80 e ’90.
Ne estraggo una copia a caso, Settembre 1989 (n° 88) e comincio a sfogliarla, assaporando questo viaggio indietro nel tempo…
In copertina abbiamo il richiamo ad uno degli articoli più sostanziosi della rivista, ovvero il confronto fra 2 linguaggi di programmazione (il Borland Turbo Pascal 5.5 ed il Microsoft Quick Pascal 1.0) e 3 suite di desktop publishing (Logitech Finesse, Samna Amì e Ready, Set, GO! 4.5). Curioso che la Logitech, oggi nota per le periferiche per PC, allora facesse anche software …
Aperta la rivista, ecco la prima pagina pubblicitaria. Cito, per chi fosse abituato a misurare la potenza di una CPU a suon di GHz e la capacità di un HD a colpi di GB, l’hardware di quel tempo ed il suo costo: PC con processore 8086 a 8 MHz (ottomegahertz!) con 640 KB (kilobyte!) di RAM, 1 floppy disk 3,5″ da 720 KB, un monitor monocromatico (MONOCROMATICO) da 12″, il tutto per Lit. 1.440.000 (unmilionequattrocentoquarantaquattromilalire!), IVA esclusa! Prezzo finale: 1.728.000! Avevate un ufficio? Allora per 5.499.000 lire (IVA esclusa) potevate portarvi in azienda un super-computer: processore Intel 80386 a 20 MHz (ooohhhhh), 4 MB (megabyte!) di RAM con 64 KB di cache a 35 ns, monitor VGA (640×480) bianco e nero (ooohhhh), disco rigido da, udite udite, 65 MB (doppio ooohhhh), floppy disk 3,5″ da 1,44 MB. Il parco software non era da meno: sistema operativo MS-DOS 4.01 (una vera rivoluzione rispetto alla precedente serie 3.xx!) con GW-BASIC integrato, e Microsoft Excel e Word 5 inclusi nel prezzo! Per chi non lo sapesse, questi 2 software venivano venduti a circa 720/730.000 lire cadauno. La rivista era basata praticamente per metà delle pagine sulla pubblicità: scorrendola, si trovava il primo pezzo interessante (un’anteprima del Borland Quattro Professional Spreadsheet Publisher) solo a pagina 84. A pagina 110 arrivava un’altra ciliegina: la prova dell’MS-DOS 4.01.
Passati gli speciali di copertina, a pagina 168 c’è la consueta rubrica su Lotus 1,2,3, il foglio di calcolo allora più diffuso. A pagina 174 era possibile ammirare la potenza delle schede grafiche VGA che permettevano ben 256 colori (ooohhhh) a 320×200 pixel! In un mondo dominato dalla quadricromia delle CGA e con le EGA da 16 colori schede per pochi, le VGA a 256 colori (solo alla risoluzione di 320×200: a 640×480 ne mostravano 16) erano viste come il non-plus-ultra dei comuni utenti (oltre c’erano anche “mostri” da 1024×768 a 16 colori ma erano inarrivabili (più di 1 milione di lire!).
Da pagina 180 ecco la rubrica Playworld dedicata ai giochi per PC: svettano, ovviamente, per diffusione l’ancora best-seller Commodore 64, seguito a ruota dall’Amiga. Ecco poi i giochi per PC, sempre fotografati in modalità EGA o VGA (poi lo giocavi sulla tua CGA e ci rimanevi male), seguiti da alcuni titoli disponibili per l’Atari ST.
Seguono alcune immancabili rubriche dedicate all’Amiga, compreso un corso di programmazione in C, un po’ di pagine per l’Atari ST e poi quelle per il Macintosh! E’ buffo vedere come già quasi 20 anni fa la barra di sistema del Macintosh stava in alto, col logo della mela in bella mostra di sé. Poi si passava all’hard programming, con la compressione di Huffman in C, la procedura Exec del Turbo Pascal e le liste del Turbo Prolog. Spazio MS-DOS: il puntatore del mouse gestito via assembly. Poi spazio anche all’MSX (ce l’aveva un mio amico) con la quarta puntata sul compilatore C. Si chiudeva con le rubriche dedicate ai “listati”! Che termine che era questo: si usava allora, quando un programma completo occupava al massimo un paio di centinaia di righe di codice (al 90% di Basic) e si potevano trovare sulle riviste e trascrivere a mano sul proprio computer. Ecco quindi programmi per MS-DOS, Amiga, C128, C64, MSX…
Si terminava con i listini dei principali rivenditori hardware presenti sul mercato italiano: cito quindi l’Amiga 500 venduta a 995.000 lire da Commodore, oppure il monitor Crystal 14″ VGA a colori per 1.270.000 (!!!), la stampante Epson LX-800 a 9 aghi e 80 colonne per 690.000 lire, per finire con il plotter in formato A1 a 8 penne a lire 10.500.000!!!
Ragazzi, che viaggio indietro nel tempo! Allora l’informatica costava e l’hardware ed il software venivano venduti veramente a peso! Vedere i prezzi dei computer di allora fa ridere se si confrontano con quello che si può comprare oggi allo stesso prezzo: con i 5 milioni di lire di allora (pensate che cifra!) oggi si acquista un PC che all’epoca (e parlo di 20 anni fa, mica di un secolo) neanche i governi avevano. All’epoca c’era dell’hardware che i telefonini di oggi surclassano decine di volte: prendete un cellulare attuale con schermo a 256.000 colori, giochi Java, suonerie polifoniche, bluetooth, internet, radio ecc… e non troverete 20 anni fa una macchina capace di offrire le stesse cose!